Quando la chemio è un dogma
Definizione di dogma: Principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione.
E' questa la chemio in molti casi, 6 su 10 a quanto pare. Eh già, due farmaci antitumorali su tre che sono stati autorizzati dall'EMA (European Medicines Agency) non servono a nulla!
I trattamenti oncologici approvati tra il 2009 e il 2013 contengono ben il 57% di protocolli che non apportano alcun beneficio ai poveri pazienti.
Il coordinatore dello studio, dott. Courtney Davis ha commentato: “Quando farmaci costosi che mancano di un’evidenza robusta sul beneficio clinico per il paziente vengono approvati e rimborsati dai fondi pubblici dei sistemi sanitari, si tratta di uno spreco di fondi pubblici e danno per i pazienti”.
E aggiunge: “Abbiamo valutato per 5 anni le evidenze cliniche di efficacia di tutti questi nuovi farmaci ed abbiamo scoperto che la maggior parte di questi è entrata sul mercato senza chiare evidenze d’efficacia”.
I ricercatori sottolineano che alcuni dei farmaci chemioterapici propagandati come “terapie innovative” in realtà non hanno nessun reale vantaggio rispetto anche solo a non fare nessun trattamento od optare per trattamenti già esistenti!
Il prof. Mariano Bizzarri aggiunge: “L’introduzione dei farmaci mirati contro specifici bersagli (“target-based drugs”) non ha apportato i benefici promessi. Questo perché anche bloccando una via o una molecola, il tumore può aggirare l’ostacolo attivando percorsi ridondanti di attivazione biochimica. I nuovi farmaci non solo non migliorano significativamente la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumori solidi, ma spesso comportano inaccettabili effetti collaterali. Per non parlare del costo esorbitante (50-100.00 euro/paziente/anno) che difficilmente anche una nazione ricca potrebbe sostenere”. “Per questo – aggiunge Bizzarri – occorre indirizzare la ricerca verso soluzioni alternative, come quelle offerte dalla ‘network polypharmacology’, il trattamento capace di colpire più bersagli contemporaneamente”.
Cosa aggiungere?
E' questa la chemio in molti casi, 6 su 10 a quanto pare. Eh già, due farmaci antitumorali su tre che sono stati autorizzati dall'EMA (European Medicines Agency) non servono a nulla!
I trattamenti oncologici approvati tra il 2009 e il 2013 contengono ben il 57% di protocolli che non apportano alcun beneficio ai poveri pazienti.
Il coordinatore dello studio, dott. Courtney Davis ha commentato: “Quando farmaci costosi che mancano di un’evidenza robusta sul beneficio clinico per il paziente vengono approvati e rimborsati dai fondi pubblici dei sistemi sanitari, si tratta di uno spreco di fondi pubblici e danno per i pazienti”.
E aggiunge: “Abbiamo valutato per 5 anni le evidenze cliniche di efficacia di tutti questi nuovi farmaci ed abbiamo scoperto che la maggior parte di questi è entrata sul mercato senza chiare evidenze d’efficacia”.
I ricercatori sottolineano che alcuni dei farmaci chemioterapici propagandati come “terapie innovative” in realtà non hanno nessun reale vantaggio rispetto anche solo a non fare nessun trattamento od optare per trattamenti già esistenti!
Il prof. Mariano Bizzarri aggiunge: “L’introduzione dei farmaci mirati contro specifici bersagli (“target-based drugs”) non ha apportato i benefici promessi. Questo perché anche bloccando una via o una molecola, il tumore può aggirare l’ostacolo attivando percorsi ridondanti di attivazione biochimica. I nuovi farmaci non solo non migliorano significativamente la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumori solidi, ma spesso comportano inaccettabili effetti collaterali. Per non parlare del costo esorbitante (50-100.00 euro/paziente/anno) che difficilmente anche una nazione ricca potrebbe sostenere”. “Per questo – aggiunge Bizzarri – occorre indirizzare la ricerca verso soluzioni alternative, come quelle offerte dalla ‘network polypharmacology’, il trattamento capace di colpire più bersagli contemporaneamente”.
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